In tutto il mondo quando si vuole indicare la trasformazione di un oggetto in uno nuovo (o di un rifiuto in un nuovo oggetto), per mezzo della creatività, si usa il termine upcycling (coniato per la prima volta nel 1944 dal giornalista Reiner Pilz e sdoganato ufficialmente nel 1997 nell’omonimo libro di Gunter Pauli). L’upcycling è un modo più green di intendere il riciclaggio: consiste nel trovare un nuovo utilizzo per un oggetto che ormai ne è privo. Non distruggere i materiali di scarto, convertendoli invece in oggetti nuovi e di migliore qualità, implica una focalizzazione sul conferimento di un valore aggiunto. I benefici per l’ambiente sono molteplici: i vecchi oggetti non finiscono nelle discariche e si riducono così i rilasci di gas tossici; si risparmiano le energie e le risorse necessarie ai processi tradizionali di riciclo; infine, con la riduzione dei consumi, si riduce anche la necessità di produzione. Alternativo a un modello consumistico, l’upcycling concede, a oggetti ormai privi di funzione e destinati a essere gettati, l’opportunità di godere di una seconda vita.